Minas Gerais

I progetti in Brasile

Minas Gerais

Dalla lavanderia all'oratorio, tante opere importanti!
E’ stato il nostro primo Brasile, qui conoscevamo amici salesiani in gamba e disponibili.
La città di Barbacena era piccola e gli interventi apparivano alla portata di una piccola associazione che muoveva i primi passi.
Abbiamo fatto molto a Barbacena, grazie alla collaborazione del personale religioso e laico del posto, e non solo.
Abbiamo adottato le due piccole favelas: il Sapé e il Bairro Cohab.
Dove abbiamo operato
La lavanderia comunitaria
Al Sapé (e il nome la dice lunga: il sapé è una specie di lunga paglia che serve per ricoprire la struttura delle capanne) abbiamo aperto la famosa lavanderia comunitaria (la prima struttura intitolata alla nostra associazione), un centro di accoglienza, l’Oratorio dedicato a Carlo Marchini, con aule per il doposcuola, la mensa per la distribuzione di un pasto al giorno, l’infermeria per fornire assistenza sanitaria… e una piccola chiesa: la Cappella Dom Bosco, che ha sostituito la povera baracca dove si celebrava la Messa per gli abitanti della favela. Siamo orgogliosi di poter dire che oggi la favela del Sapé non esiste più, così come la nostra lavanderia comunitaria: il Sapé ora è il quartiere Dom Bosco ed è regolarmente servito dall’acquedotto comunale.
Oratorio Diario Eleonora Veschetti
Anche il Bairro Cohab ha cambiato aspetto; lì si trova il grande Oratorio Diario Eleonora Veschetti, che ha cambiato la vita del quartiere grazie a tutti i servizi per i giovani che ha organizzato, e una nuova chiesa, finanziata da una famiglia di benefattori bresciani.
Centro di accoglienza e doposcuola Barbacena
Sempre a Barbacena, presso un istituto scolastico di suore salesiane, l’Instituto Maria Imaculada, abbiamo realizzato un altro importante centro di accoglienza e doposcuola.
L’Instituto Padre Cunha
Ed inoltre, un orfanotrofio appena fuori città, l’Instituto Padre Cunha, è divenuto un altro nostro progetto. L’Istituto ha cambiato fisionomia negli ultimi anni, anche grazie a noi: da orfanotrofio è divenuto centro di accoglienza diario e di avviamento al lavoro. I piccoli orfani sono stati affidati - con contributi appositi - a famiglie che abitano nel bairro, e molte di queste lavorano nell’azienda agricola e di floricoltura dell’Istituto, che in questo modo si autofinanzia parzialmente ed anche insegna ai ragazzi più grandi un lavoro per il futuro.
E’ superfluo dire che da questi luoghi sono giunti tutti i primi bambini adottati a distanza. Ma anche nella capitale del Minas Gerais, Belo Horizonte, avevamo contatti. Il salesiano Raymundo Mesquita e i suoi ragazzi di strada richiedevano il nostro aiuto. Era stato organizzato un percorso a tappe per togliere dalla strada i giovani: un primo periodo di permanenza in un convitto, con regole forti e condivise, dove mettersi alla prova e imparare anche un lavoro (la Casa Dom Bosco). In seguito, una sistemazione in case-famiglia (per esempio, il Lar – focolare - Carlo Marchini) in contemporanea con un progressivo inserimento nel mondo del lavoro, per arrivare ad una immissione totale nel mondo reale con la possibilità di soggiornare ancora per un anno al Pensionato Dom Bosco, finché i ragazzi non avessero trovato una casa e la loro strada.

L’associazione ha aiutato i salesiani in ogni tappa di questo lungo cammino, sostenendo a distanza i ragazzi di strada e finanziando le opere quando era necessario. Negli anni a seguire, altre realtà del Minas Gerais hanno avuto bisogno del nostro aiuto. Sempre a Belo Horizonte, nel povero e pericoloso Bairro Nova Cintra, esiste l’Asilo Madre Mazzarello, dove vengono seguiti i bambini dai due ai sette anni e dove le suore hanno anche iniziato un coraggioso progetto di educazione delle mamme, perché imparino a ben allevare i loro bambini fin dai primi giorni di vita.

A Contagem (città alla periferia di Belo Horizonte), le suore salesiane seguono le ragazze di strada, abbandonate a se stesse fin dalla più tenera età. Chi si può scandalizzare se una ragazzina che vive in un tugurio di un’unica stanza, insieme a fratelli, fratellastri e patrigni (magari di passaggio), finisce per strada e magari si mantiene prostituendosi? Davvero nessuno. E’ quel mondo che non conosce virtù a non dare un futuro, un destino diverso dalle madri, dalle nonne, dalle vicine. E per le ragazze, che non possono mostrare i muscoli per difendersi, la vita in certi contesti è sempre più dura. 10 Le suore, nel Bairro Eldorado di quella città, gestiscono una grande “Opera Sociale” che aiuta moltissimi adolescenti in difficoltà. Uno dei fiori all’occhiello è una Casa Appoggio (che abbiamo ristrutturato di recente); qui vengono ospitate le ragazze tolte dalla strada che vengono avviate ad un lavoro o che sono ormai in grado di badare a se stesse, ma semplicemente non hanno un posto dove abitare. Ed hanno anche creato le Casefamiglia, in cui vengono accolte le bambine più piccole e più a rischio nella loro casa, accudite da signore scelte con cura e che qui vengono chiamate “mamme sociali”.

C’era poi Nova Contagem, nuovo grosso bairro sorto alla periferia di Contagem. In Brasile, come in tutto il Terzo Mondo, i quartieri sorgono dal nulla, dalla migrazione verso la grande città di masse di diseredati che inseguono il miraggio di una nuova vita; è una fuga dalla miseria senza speranza di riscatto perché in città ci sono meno prospettive di lavoro che in campagna: ma se dietro non hai lasciato niente, dove torni? E’ così che è nata Nova Contagem, città della miseria che non trova posto nella grande città vicina. Dare a questa gente un aiuto, un appoggio era, più che una necessità, un’urgenza; per questo è sorto il Centro di Accoglienza Chiara Palazzoli. Quanto fosse necessaria una tale iniziativa lo dimostrano i numeri: il centro ha iniziato accogliendo 250 bambini, arrivando in poco tempo a seguirne più di 600.

Ma questo Centro (che qui viene chiamato semplicemente ed affettuosamente (“Chiara”) non bastava. Ed ecco nascere un altro luogo di aggregazione, il Centro Nossa Senhora Auxiliadora, che nel 2005 abbiamo ampliato e ristrutturato. Quindi, solo a Nova Contagem, una delle frontiere della miseria brasiliana, l’associazione assicura oggi a più di 800 bambini un sostanzioso pasto al giorno, assistenza sanitaria e scolastica, corsi professionalizzanti, gioco, animazione e soprattutto qualcuno che conosce il nome di ciascun bimbo. Non è poco. Certo, non è tutto merito nostro; come abbiamo già detto, noi forniamo solo i mezzi perché questo avvenga, l’impegno e l’amore ce lo mettono gli educatori, i volontari e soprattutto i religiosi e le religiose.

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